Librerie di viaggio: la Gulliver di Verona

Blasco da Mompracem
6 min readMay 14, 2020

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Prosegue la nostra esplorazione alla scoperta delle librerie di viaggio in Italia, dopo essere stati un paio di mesi fa a Padova per conoscere la Libreria Pangea, oggi rimaniamo sempre in Veneto ma spostandoci di città e andando a Verona per conoscere la Libreria Gulliver, buona lettura!

La Gulliver è una delle storiche librerie di viaggio in Italia. Ha aperto nel 1991 e si avvicina ormai ai trent’anni di vita. Il titolare è Luigi, persona gioviale e libraio molto disponibile sia alla conversazione che ai consigli. Romano spesso a Verona, città della moglie conosciuta peraltro in un viaggio in Birmania, ha rilevato la libreria nel 2007 e ci racconta della sua scelta: dopo aver vissuto più tempo della propria vita all’estero che in Italia per motivi professionali, occupandosi principalmente di riassicurazioni, alla soglia dei cinquant’anni ha compreso che il lavoro che svolgeva non lo stimolova più e necessitava una scossa. Si iscrisse a un corso a Roma per diventare editore ma poi la vita l’ha riportato a Verona seguendo la moglie, un pomeriggio passando a fare due chiacchiere con il vecchio titolare della libreria, una conversazione di mezz’ora si trasformò in tre ore, in una di quelle giornate che incidono sul destino e che bisogna carpire con lo spirito e nell’immediato, fu in quel momento che decise di rilevare la libreria, era il 2007.

Dalla vecchia gestione è rimasta a lavorare con Luigi la Sig.ra Stefania, la quale è stata fondamentale sia per l’ambientamento in città del nuovo titolare, arrivato dalla capitale, sia per garantire continuità ai clienti storici e ai fornitori. Tutt’oggi è un pilastro fondamentale dell’attività.

Inizialmente l’obiettivo di Luigi era quello di impostare la libreria principalmente sui testi di narrativa di viaggio, ma il mercato veronese ha richiesto maggiormente carte (mappe, cartine stradali e di montagna) e guide turistiche. In poco tempo è diventato un riferimento per le comunità di viaggiatori della città, che trovava alla Gulliver il luogo ideale per i rifornimenti degli strumenti necessari prima di partire.

Gli abbiamo posto alcune domande per capire meglio l’attività.

Come fai a farti conoscere e a mantenere interessata la clientela?

In primis organizzo diverse presentazioni che hanno aiutato molto la libreria sia con gli indotti che con la visibilità, ne pianifico almeno un paio al mese. Non avendo abbastanza spazio all’interno mi appoggio a dei luoghi esterni, tutti molto eleganti e di prestigio come il Museo Africano, rinomate ville venete e locali che fanno musica dal vivo. Inoltre ho provato a creare un luogo che divenisse più di una libreria, una vera e propria comunità di persone accomunate dalla passione per il viaggio. Col tempo ho creato pure un discreto database per le newsletter, oltre ai canali social che riescono a dare un’aggiornamento costante ai lettori-viaggiatori.

Qual è l’approccio dei lettori della Gulliver verso la letteratura di viaggio?

Innanzitutto è interessante vedere l’offerta delle case editrici, in molte hanno sempre avuto delle collane dedicate al viaggio, penso al Cammello Battriano di Neri Pozza o alla Feltrinelli Traveller (ahimè chiusa qualche anno fa). Negli ultimi anni c’è stato un incremento, dovuto anche all’esplosione del turismo di massa, di questa nicchia di narrativa, che ha portato a un’offerta sempre più vasta. Riconosco che c’è molta più sensibilità e interesse, a ogni modo le persone che viaggiano sono sempre di più di quelle che leggono. Va molto la manualistica di montagna e quella dei viaggi in bici, ma i testi che vendo di più rimangono sempre le guide e la cartografia.

Nella selezione di letteratura di viaggio da esporre, prediligi la narrativa di scrittori-viaggiatori o quella di scrittori locali?

Dipende, dei paesi di cui c’è poco prendo tutto. Dei paesi in cui c’è tanto, penso ad esempio alla Francia o al Giappone, faccio una selezione. Comunque il viaggio e la conoscenza di un luogo rimangono sempre il focus della libreria, quindi dalla Francia prenderò Izzo, che ci fa inoltrare nei vicoli di Marsiglia, ma non un Maupassant o altri classici.

All’interno della tua attività libraia, oltre le presentazioni, ci sono altri progetti che legano i libri ai viaggi?

Sì, da diverso tempo organizzo, insieme alla Scuola del viaggio, dei laboratori di scrittura, di fotografia e di lettura di viaggio. L’idea è nata dall’amicizia con diversi autori che hanno presentato qui i loro libri negli anni, tra cui: Claudio Visentin , Andrea Bocconi , Stefano Faravelli e Guido Bosticco. Tutti scrittori che hanno come focus il viaggio e sono pubblicati da autorevoli e storiche case editrici italiane. Con questi corsi vogliamo creare una forte sinergia tra il viaggio, i viaggiatori, la letteratura e la scrittura, provando a dare un senso più profondo rispetto a quello che possano dare le condivisioni istantanee sui social. I corsi vanno sempre molto bene, adesso stiamo organizzando il primo online, causa emergenza pandemia, ed è già tutto sold-out.

Qual è il valore aggiunto che la distribuzione online non potrà mai avere e che può essere ancora un punto di forza per le librerie?

Il rapporto umano. Per quanto la digitalizzazione possa semplificare la vita non potrà mai arrivare a sostituire il piacere di un lettore di perdere il tempo tra gli scaffali di una libreria, di chiacchierare con il libraio, di leggere le quarte di copertina, di dover selezionare tanti libri per poi sceglierne due. Per un lettore una libreria sarà sempre un luogo sacro, come per un musicista il conservatorio o per il pescatore il mare. Nessun colosso del web potrà mai sostituire queste vibrazioni nell’anima di un lettore.

Quali sono gli autori che si vendono di più, quali quelli che consigli di più e quali le case editrici che prediligi?

I classici della letteratura di viaggio vanno e andranno sempre, Chatwin in primis. Per quel che mi riguarda sono un fan di Patrick Leigh Fermor e mi viene naturale consigliarlo quando qualcuno mi chiede spunti. Per quel che riguarda le case editrici, oltre la già menzionata collana Il cammello battriano della Neri Pozza diretta da Stefano Malatesta, che ritengo uno dei migliori se non il migliore scrittore di viaggio italiano contemporaneo, sono molto legato alla Keller, che negli ultimi anni sta sfoderando tra la migliore letteratura (e non solo di viaggio) del panorama editoriale italiano e di cui mi permetto di consigliare lo straordinario Una questione di tempo di Alex Capus, e alla Iperborea ormai una certezza consolidata sia per noi librai che per i lettori. Vorrei mettere in evidenza altre due case editrici a cui sono molto legato, perché riescono ad amalgamare nel catalogo sia la manualistica che la narrativa di viaggio, e sono: la Alpine Studio Editore e la Polaris di Faenza, quest’ultima in particolare pubblica solo autori italiani.

Luigi

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